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ASSEGNO SOCIALE INPS – INDEBITO -MAGGIORAZIONE NON DOVUTA- IL COMPUTO DEGLI ARRETRATI

Immagine del redattore: Avvocato Libera FranciosoAvvocato Libera Francioso

Aggiornamento: 5 giu 2021


Il Tribunale del Lavoro di Lecce con ordinanza n. 28286/2020 del 22.09.2020, in accoglimento totale del ricorso depositato dal nostro studio, ha fatto chiarezza sulle modalità di computo degli arretrati effettuato dall’INPS ordinando all’ente la sospensione delle trattenute pro futuro e condannandola al pagamento delle spese legali.



La vicenda riguarda una pensionata titolare di un assegno sociale che nel 2017 si è vista recapitare una raccomandata con cui l’INPS le comunica che, avendo commesso un errore di calcolo sulla maggiorazione della pensione, la signora risultava debitrice di ben 6 mila euro (!!!) e pertanto, l’ente di previdenza da Giugno 2020 ha trattenuto il 20% sull’assegno sociale, già di per sé esiguo (pari ad € 468 al mese).


Ricorrendo i presupposti per una procedura cautelare, abbiamo proposto un ricorso d’urgenza ex art. 700 c.p.c. essendo chiara l’illegittimità delle trattenute sull’assegno sociale poiché frutto di un errore di calcolo.


L’INPS infatti riteneva che la maggiorazione sociale ex L.N. 388/2000 e della maggiorazione ex art. ex art. 38 L.N.448/2001 (c.d. aumento al milione) concessa alla signora non fosse dovuta perché il reddito familiare annuo superava


i limiti previsti dalla legge.

Tuttavia i calcoli dell’ente erano sbagliati perchè, nel calcolare i redditi dei coniugi, conteggiavano anche gli arretrati erogati.

Tale ricostruzione è stata condivisa anche dal giudice di merito che, ritenendo che “i limiti reddituali presi in considerazione da INPS non siano superati” ha riscontrato l’errore macroscopico compiuto dall’ INPS che “ha proceduto al ricalcolo della maggiorazione sociale per conguagli annuali tarando di volta in volta l’importo dovuto alle risultanze dell’anno di competenza”.


Il Tribunale di Lecce, con l’ordinanza n. 28286/2020 ha affermato un importante principio secondo cui “il computo degli arretrati deve avvenire per competenza e non per cassa”.

Per questo motivo il giudice ha riconosciuto il diritto della pensionata alla maggiorazione sociale e, di conseguenza, ha condannato l’ente previdenziale a sospendere le trattenute pro futuro e a pagare le spese legali del procedimento.


Anche questa volta ci siamo battuti per assicurare la tutela dei diritti dei nostri assistiti.


⚖️ Giustizia è stata fatta! E tante altre ingiustizie aspettano di essere scovate e vinte.


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